Inchiesta: la tempesta perfetta

Impianti produttivi fermi. Attività commerciali congelate. Servizi di assistenza ridotti all’indispensabile. Covid-19 si è abbattuto come una tempesta sulla meccanizzazione agricola, mettendo in crisi l’intero comparto. Le ripercussioni, gli scenari e le prospettive nelle parole di chi ha una visione privilegiata del mercato.

Non c’è pace per la meccanizzazione agricola. Sopravvissuta alla crisi economica del 2008 e ai continui upgrade motoristici imposti dalle ansie ambientaliste di pochi, se la deve vedere ora con un’ennesima tempesta che lo scrittore Sebastian Junger non esiterebbe a definire “perfetta”, come dal titolo del suo celebre romanzo pubblicato nel 1997. Basti pensare che il mercato italiano ha subito nel solo mese di marzo un tracollo delle immatricolazioni di trattori del 34 e quattro per cento su base annua, dato che falsa completamente i dati del primo trimestre 2020 rendendoli inutilizzabili per qualsiasi analisi commerciale. Passata, presente e futura. Va precisato che Covid-19 non ha scosso e alterato in profondità i già fragili equilibri socio-economici del settore, ma quelli dell’intera Società mondiale, mettendo in discussione perfino quel concetto di globalizzazione fino a ieri accettato da quasi tutti i Paesi del Mondo.

L’espansione di Coronavirus ha infatti imposto ai Governi l’obbligo di assumere misure senza precedenti che hanno impattato non solo sulle libertà individuali dei cittadini, ma anche sulle attività industriali dei Paesi maggiormente coinvolti nella pandemia. L’Italia da questo punto di vista è stato il primo Stato occidentale ad assumere misure restrittive simili a quelle imposte dal Governo cinese nella provincia di Hubei, il focolaio dove la pandemia ha avuto inizio, chiudendo tutte le attività economiche e produttive non indispensabili e includendo in tale elenco attraverso un decreto del Ministero dello Sviluppo economico del 25 marzo anche i costruttori e i rivenditori di mezzi agricoli. Una scelta che, oltre a vanificare i primi benefici degli incentivi economici e fiscali messi in campo a inizio anno dal Governo per supportare il rinnovamento tecnologico dei parchi macchine, ha impattato negativamente anche su quelle produzioni agricole che insieme al corretto funzionamento del sistema sanitario rappresentano i baluardi per la tenuta sociale di un Paese. Non a caso, il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti ha evidenziato la “necessità di sbloccare le forniture dei macchinari necessari al comparto primario e che in molti casi le aziende agricole hanno ordinato prima che il Governo sospendesse le attività delle industrie che li producono. Occorre che il comparto sia urgentemente inserito come parte integrante della filiera agroalimentare, anche perché senza queste forniture si danneggia l’agricoltura e si mette a repentaglio la sicurezza alimentare”. I forti disagi vissuti dal settore della meccanizzazione agricola sono stati peraltro ben visibili a livello territoriale dall’attività “a porte chiuse” condotta da quasi tutti i concessionari del Belpaese, attivi a organico ridotto e solo per le gli interventi manutentivi, una situazione che secondo Mario Danieli, country manager Italia di Argo Tractors, potrebbe innescare “una criticità finanziaria per le reti di concessionari dovuta al perdurare di una carenza di fatturato”.

“Noi abbiamo una rete solida e affidabile, ma sicuramente un blocco simile metterebbe in crisi anche strutture di medie dimensioni”. Ciò ancor di più nelle aree del Nord maggiormente colpite dalla pandemia, dove le più stringenti misure di limitazione agli spostamenti, come fatto notare dal responsabile marketing di Krone Italia Jean Wilmshoefer, “comportano un’operatività azzoppata del servizio tecnico che si ripercuote negativamente sulle capacità produttive delle aziende agricole”. Problematiche a cui si aggiungono peraltro le criticità logistiche legate alle consegne di ricambi.

Se è vero che tutti i Costruttori hanno chiuso le loro unità produttive europee mantenendo però attive le rispettive divisioni di assistenza post vendita, in particolare per quanto riguarda la fornitura di ricambistica, è tuttavia altrettanto vero che le tempistiche di conferimento sono state messe a dura prova dall’elevato carico di lavoro a cui sono soggetti i corrieri nazionali e internazionali. Anche ritardi di soli uno o due giorni rischiano di pesare come macigni su un’attività che Paolo Cera, responsabile marketing di Kuhn Italia, giudica “imprescindibile per la tenuta del comparto agricolo nazionale”.

“Fornire celermente i ricambi ordinati è infatti l’unica strada per non bloccare il sistema produttivo”. I ritardi non si limitano tuttavia all’approvvigionamento di ricambi, ma coinvolgono ovviamente anche le consegne delle macchine ordinate dai clienti negli scorsi mesi, a causa soprattutto “delle motorizzazioni aperte solo per immatricolare i mezzi di soccorso”, come fa notare il responsabile commerciale Italia di Sdf Andrea Oliva, e “la sospensione fino a data da destinarsi delle omologazioni delle grandi raccoglitrici semoventi” evidenziata da Jean Wilmshoefer, Krone.

In tale contesto è quindi impensabile sperare in nuove vendite, anche perché “l’impossibilità di contatti personali porta necessariamente a posticipare ogni acquisto” conferma il responsabile marketing Italia di New Holland Francesco Zazzetta. Della stessa opinione sia Luca Romagnoli, responsabile commerciale Kubota Italia, secondo cui “oggi al massimo si terminano le consegne di macchine precedentemente ordinate, in attesa che trattative e ordini ripartano”, sia Osvaldo Brigatti, responsabile marketing Case Ih Italia, che evidenzia come a pesare attualmente sul mercato sia anche “lo stato di incertezza che grava sugli imprenditori agricoli, visto il calo dei consumi legato alla chiusura di tutte le attività di ristorazione”.

“Basti pensare, per esempio, che in alcune zone il latte è sottopagato o addirittura non ritirato, così come i prodotti ortofrutticoli sono fortemente penalizzati a causa del blocco delle esportazioni”. Uno scenario che potrebbe quindi delineare un mercato 2020 in recessione, nonostante un avvio di anno promettente grazie ai già citati incentivi economici e fiscali previsti dalla Legge di Bilancio. A confermarlo è Giacomo Blenigini, direttore commerciale Italia del gruppo Merlo, secondo cui “il mercato dei sollevatori telescopici era partito con un impulso molto buono grazie anche alle misure messe in campo dal Governo. Covid-19 ha però cambiato completamente le carte in tavola, con l’aggravante che i clienti di riferimento del segmento dei sollevatori telescopici risiede nella Pianura Padana, zona purtroppo tra le più colpite dall’epidemia”.

“È quindi difficile per il momento quantificare la tendenza annuale, anche se temiamo che l’andamento negativo possa raggiungere la doppia cifra percentuale”. Della stessa opinione Osvaldo Brigatti, Case Ih, che evidenzia come “questo clima negativo stia imperversando proprio nella stagione più favorevole alle vendite e quindi è destinato a condizionare pesantemente il mercato fino a fine anno”. Più possibilista Francesco Zazzetta, New Holland, che vede nella novità del credito d’imposta “una misura che potrebbe portare il picco delle vendite nella seconda parte dell’anno, permettendo al mercato di mantenersi sui livelli dello scorso anno”, parere condiviso anche da Luca Romagnoli, Kubota, secondo cui “gli incentivi destinati a favorire lo sviluppo dell’agricoltura 4.0 potrebbero essere un aiuto importante per la ripresa del mercato una volta usciti dalla fase di emergenza”.

Credito d’imposta, nuova Sabatini e bandi Inail sono anche per Jean Wilmshoefer, Krone, “strumenti che dovrebbero portare a una tenuta complessiva del mercato, con locali moderate crescite”, anche se come fa notare Andrea Oliva, Sdf, “i decreti attuativi al momento non sono ancora stati pubblicati e quindi non è detto che il Governo confermi tali misure all’interno dei provvedimenti straordinari che dovrà prendere per far fronte all’attuale stato di crisi”. Nessun dubbio in merito invece da parte di Mario Danieli, Argo Tractors, secondo cui “il blocco di oggi non è da considerarsi come una perdita secca. Nel momento in cui si vedranno segnali tangibili di miglioramento, il mercato riprenderà infatti da dove si era fermato, beneficiando di quelle agevolazioni che avevano trasmesso segnali positivi. Proprio per questo, sono convinto che il Governo non solo le confermerà, ma creerà anche i presupposti per una veloce ripresa economica”.

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